Il
Convento e la chiesa di S. Maria delle Grazie
Arrivando
in paese la prima testimonianza di un certo valore storico ed
artistico è ex convento francescano con la chiesa di S.Maria
delle Grazie. Il convento, prima degli Eremitani di Sant'Agostino
e poi dei Francescani, se pure di origini medievali, è stato
risistemato nel 600 dagli Astalli, e da pochi anni ristrutturato
ad opera dell'amministrazione comunale. A pianta rettangolare su
due piani, si snoda intorno ad un semplice chiostro ad arcate su
pilastri con volte a crociera. Sulle pareti del chiostro è una
sequenza di lunette affrescate con storie francescane, la cui
datazione precisa è ancora da accertare. Il racconto prende
avvio sul lato sud con la scena della nascita del Santo e
prosegue in senso antiorario. Tra le scene più significative si
riconoscono: Gesù appare in sogno a Francesco (lunetta 4)
Innocenzo III sogna Francesco che sostiene sulle spalle il
Laterano cadente (lunetta 11) Innocenzo persuaso dal precedente
sogno approva la regola francescana (lunetta 12), la tentazione
di San Francesco (lunetta 14) San Francesco e il lupo di Gubbio
(lunetta 21). Dal lato sud si accede all'esterno di un piccolo
giardino, resto dell'antico orto dei frati. Un ulteriore porta
immette nel coro della chiesa e a fianco una scala conduce al
piano superiore. Al centro del chiostro un giardino pavimentato
a ciottoli ospita una fontana con vasca poligonale piuttosto
rimaneggiata. e il piano
superiore del convento era destinato alle celle dei frati, le stanze al
piano inferiore erano adibite a servizi: tra quale la più grande,
probabilmente antico refettorio, sul lato est è rettangolare con copertura a
volta e presenta sulle pareti tondi con ritratti di santi.
Le ultime religiose ad abitare il convento furono le suore del
Prezioso Sangue che vi tenevano una scuola materna e attività
ricreative per i ragazzi del luogo. Abbandonato agli inizi degli
anni settanta, oggi restaurato è stato messo a disposizione dal
comune per ospitare attività ricreative, destinate ai giovani e
agli anziani del luogo.
Chiesa di S. Maria delle Grazie:
Praticamente la chiesa del suddetto convento,
è chiamata anche della SS.Vergine della Natività e si trova al di fuori del borgo. E’
certamente una delle chiese di Sambuci più degne di essere
ammirate. Fu costruita tra il Seicento ed il Settecento in
momenti successivi mentre erano gli Astalli proprietari del
paese. Tale nobile famiglia decise di riordinare l’annesso
convento. Ha una facciata realizzata in cortina di mattoni in
stile romano; grandi lesene, frontone triangolare in cui è
inscritto un altro semicircolare, movimentando la facciata. I
materiali utilizzati sono alquanto modesti pur tuttavia
l’edificio raggiunge una certa eleganza; da notare il portale
ligneo originario ed il pavimento in cotto dell’interno che è
ad un’unica navata in cui la verticalità prevale
sull’orizzontalità.
Le scene dipinte a finto marmo e sormontate da una cornice perimetrale
si evidenziano sulle pareti. Due piccole cappelle con altarini in stucco e
gesso dipinti di stile barocco si aprono lateralmente mentre due gradini
rialzano l’altare centrale (in muratura in basso) che appare delimitato da
un recinto ligneo settecentesco realizzato dai frati francescani. Gli stemmi degli Astalli vi fanno bella
mostra nella parte inferiore dell’alzata lignea barocca, da
notare i finti rivestimenti marmorei. Un busto di Madonna,
chiuso in una teca, è qui custodito. Due porticine
lateralmente all’altare conducono al coro ligneo del XIX sec.
piuttosto rovinato. Un tempo una Madonna con Bambino
(attualmente custodita nella Chiesa di S.Pietro) con vesti di
seta bianca, era collocata in una nicchia retrostante
l’altare. Attraverso il coro si raggiungono la sacrestia (a
destra) e il chiostro (a sinistra). Da notare
infine la lapide funeraria sul pavimento della chiesa
che ricorda Tiberio Astalli morto nel 1683. D’altra
parte anche altre grosse lapidi marmoree situate sulle
botole del pavimento ricordano che nei sotterranei della
chiesa venivano sepolti i morti in fosse comuni. Si
tramanda poi che qui venivano posti anche i corpi degli
appestati apparentemente morti per timore del
contagio.Sono stati trovati infatti in loco le cosiddette
“spare” (cioè dei panni arrotolati a disposti a modo di
ciambella da collocare sulla testa al fine di portare dei pesi);
si presume quindi che i morti apparenti, per tentare di
sollevare le lastre di marmo delle botole, l’avevano costruite
utilizzando i vestiti dei cadaveri ponendosele sulla testa al
fine di sollevare (inutilmente) la copertura delle botole
|